Fattorie Faggioli

Chi siamo

Agriturismo, una scelta di vita

… dove finalmente non manca il tempo per ritrovarsi tutti insieme attorno a grandi focolari, bere un bicchiere di sangiovese sotto il pergolato, attardarsi in piccoli negozi di paese, seguire perdute tradizioni, provare a vivere quella dimensione tranquilla e “umana” che era dei nostri nonni e… ancora più in là.

Queste le atmosfere che Fausto non ha mai dimenticato durante gli undici anni trascorsi come direttore commerciale in una multinazionale europea. Certo che quelle calde atmosfere familiari potessero migliorare la vita, non solo sua, ma di molte altre persone, nel 1982 decide di vivere in campagna con la famiglia. La terra scelta era la Val Bidente, nell’Appennino tosco-romagnolo; un’area in via d’abbandono dalle forze più giovani e ritenuta a scarsa vocazione turistica. Per Faggioli invece, la campagna era una grande opportunità di sviluppo economico e, attraverso il progetto Fattoria, investe coraggiosamente su due elementi che in quegli anni non avevano alcun significato economico-commerciale: i valori e le tradizioni del mondo agricolo, utilizzando la sua esperienza di manager in un ambiente che amava da sempre.

Nasce così la prima fattoria, le cui porte sono sempre aperte per tutti quelli che vogliono “staccare la spina” ed assaporare i profumi di una Natura che per la famiglia Faggioli è diventata uno stile di vita. Negli anni a seguire, altre si aggiungono alla prima, oggi unite con il nome di Fattorie Faggioli.

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Impegno, capacità e creatività hanno trasformato queste fattorie, inizialmente solo agricole ed in stato di semi abbandono, in una unica grande Fattoria Multifunzionale, capace di proporre un’offerta a 360°: dall’ospitalità rurale al prodotto tipico, dalla fattoria didattica ecocompatibile ai progetti di marketing territoriale.

L’impegno di Fausto di portare lavoro, occupazione e sviluppo sostenibile in un’area rurale, è stato vincente sia per la validità delle proposte sia per il progetto di comunicazione che ha saputo darsi verso il mondo esterno. Per la sua alta capacità di essere trasferibile, il Progetto Fattoria ha avuto un forte grado di imitazione e moltissimi gli imprenditori che si sono rivolti al gruppo di lavoro delle Fattorie Faggioli per essere informati sulle possibilità di intraprendere una attività analoga.

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Da oltre quindici anni, Fausto partecipa in prima persona alla divulgazione della sua esperienze con docenze e testimonianze presso UniversitàMasterIstitutiEnti di Formazione e presso gli imprenditori dell’area, perché convinto che una singola impresa, se pur valida, può avere un futuro unicamente operando in sinergia con tutte le altre imprese del Territorio: agricole, artigianali, commerciali e turistiche. Le Fattorie Faggioli inoltre, collaborano con tutti quegli Istituti Superiori ad indirizzo agrario, che hanno visto fin dall’inizio in questa esperienza “innovativa” la possibilità di far conseguire ai propri allievi competenze imprenditoriali specifiche nel settore del turismo rurale. Quel progetto di Fattoria, che si è sviluppato giorno per giorno ha visto le figlie Francesca e Federica, nei momenti liberi dalla scuola, partecipare attivamente ai lavori quotidiani dell’azienda.

Diventate adulte, nel 1999, scelgono di affiancare il padre e trasformare l’azienda da individuale a piccola società cooperativa. Oggi lavorano a tempo pieno nell’Azienda. L’iniziativa imprenditoriale intrapresa dai genitori vent’anni fa in Val Bidente, oggi si può dire pienamente riuscita, come dimostrano i risultati raggiunti sul mercato e la vasta eco che hanno nel mondo dell’informazione le proposte delle Fattorie Faggioli.

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La valle del Bidente

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Aspetti Naturalistici

Risalendo la foce del fiume Bidente (che confluisce nel fiume Ronco) fino alle sorgenti si ha la possibilità di ammirare una notevole varietà di ambienti e forme vegetazionali, dalla pianura intensamente coltivata all’aspra bellezza delle foreste. Percorrendo la S.S. 310, La Bidentina, già all’altezza di Cusercoli la valle inizia a stringersi, e la superficie boschiva inizia ad essere una parte rilevante del paesaggio. Nella parte più alta della fascia collinare si trova diffusa la presenza del castagno.

All’altezza di Santa Sofia (a circa m.300 s.l.m.) la vallata del Bidente si ramifica in tre grandi valli formate rispettivamente dal Bidente di Strabattenza o Pietrapazza, dal Bidente di Ridracoli e dal Bidente di Corniolo. Da Santa Sofia si apre la porta del Parco Nazionale del Crinale Romagnolo. In questa zona il bosco è costituito prevalentemente da querceti a roverella e dacastagneti, mentre nelle zone fra i 600 e gli 800 m. s.l.m., in terreni più argillosi e freschi, domina il cerro, che forma boschi quasi puri. Ad esso si associano in prevalenza il carpino bianco, il carpino nero , l’acero montano e l’olmo. Diffuse sono inoltre le aree rocciose e scoperte formate da sedimenti marmoso – arenacei. Questi ambienti, definiti galestri ospitano una particolare formazione vegetale di garida costituita da alberelli di roverella, orniello e carpino nero, oltre che da cespugli di ginepro, ginestra e ruta. Salendo per la valle, dalComplesso Forestale di Corniolo alle Foreste della Lama (700 m) e di Campigna (1000 m), il paesaggio muta ancora, lasciando sempre più spazio alle “faggete”: i bei boschi di faggio in formazioni d’alto fusto, dal portamento maestoso che costituiscono foreste fitte, ombrose e fresche.

Siamo entrati nella Riserva Naturale delle Foreste Casentinesi, un manto boschivo molto antico dove la vegetazione è stata mantenuta e curata in modo ottimale, tanto da essere rimasto l’unico esempio di bosco naturale dell’Appennino Settentrionale, specie nella Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino, dove la scarsa azione dell’uomo, favorita dall’inaccessibilità dei luoghi, ha permesso la conservazione integrale delle formazioni forestali. Nelle zone più fredde della Campigna, il cuore della foresta, al faggio si associa l’abete biancoche, per distribuzione e presenza, ha trovato in quest’area la sua più importante stazione dell’Appennino Settentrionale. Nella stagione invernale a Campigna (a quota 1350 m. s.l.m.) sono in funzione degli impianti di risalita.

Le praterie esistenti, tra cui la più nota e distesa é quella della Burraia, sono frutto dell’azione dell’uomo, che nei secoli ha adibito alcune zone boschive a pascolo per permettere l’allevamento degli animali a queste quote.

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